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THE FEMALE OF THE SPECIES - Certain Women (Kelly Reichardt)

Thursday, 30 March 2017 08:07

Mariuccia Ciotta

Freccia tesa nell’arco

 

Campi azzurrini e campi lunghissimi di Kelly Richardt, la nebbia e la neve del Glacier National Park, dove Hawks girò La Cosa. Il Montana, il “Treasure state”, uno Stato in attesa, ancora allibito per la sua storia e chiamato a protagonista da Maile Meloy, giovane scrittrice dai capelli fiammanti nata in quelle terre, a Helena (la città del cowboy Gary Cooper), autrice di Both Ways is the Only I Want it, romanzo dal quale la regista di Meek’s Cutoff ha tratto tre episodi per Certain Women, passato al Sundance 2016 e in apertura del festival Sguardi Altrove di Milano.

Una coltre di desideri perduti aleggia dovunque, nel mall dove una tribù di Sioux ragazzini vestiti da pellerossa si esibisce in uno straziante girotondo di fronte a facce sbiancate per rievocare la sanguinosa battaglia di Little Big Horn, dove i nativi sgominarono la 7a cavalleria del generale Custer. E sono gli spettri dei soldati morti e dei Lakota, Cheyenne, Crow, poi massacrati e finiti nelle riserve, a tessere i racconti di quattro donne, che si sfiorano appena ma condividono l’umore del luogo. Malinconia pervasiva, contagiosa e sensuale. Paesaggi nevosi stagliati in lontananza. E una sensazione di ingiustizia. Laura Dern è un avvocato, Kristen Stewart una studentessa di legge e insegnante di diritto per adulti in una specie di doposcuola. Davanti alla prima un operaio vittima di un incidente sul lavoro (Jared Harris) al quale sarà negato l’indennizzo, e alla seconda una giovane indiana Jamie (l’esordiente Lily Gladstone) cow-girl in un ranch per cavalli, innamorata della maestra. La quarta di certe donne è l’ex Marilyn Monroe Michelle Williams, anche lei nata nel Montana, che trasferisce il flusso interrotto d’amore per figlia teenager e marito su un cumulo di pietre d’arenaria, simbolo materico e poetico dello Stato, sognando una nuova casa/famiglia nel parco di Yellowstone.

film parlatoTutti si muovono in trance, e Reichardt riprende le facce attraverso vetri appannati, maschere inespressive come quella di Kristen Stewart, androgina dagli occhi cerchiati, nell’ultimo episodio incantato che evoca l’atmosfera del suo western-requisitoria contro il mito. Lei e la nativa al diner, l’una di fronte all’altra, separate da un tavolo, dai confini della riserva, dal divieto morale e dall’hamburger e patatine (mangia solo Kristen), e poi aderenti, corpo a corpo, in groppa a un cavallo dal passo lento che fende la nebbia notturna, apparizione fantasmatica di dead-women verso il cinema di Jarmusch.

Lo spazio si dilata e assorbe le parole spezzate dei protagonisti, dialoghi minimalisti, tra i parcheggi fotografati da Stephen Shore e i bar desolati di Hopper. Ma dentro questo indolente e gelido panorama di interni-esterni preme il grido di Kelly Reichardt. Freccia tesa nell’arco. Il vecchio proprietario delle pietre (René Auberjonois) non risponderà al saluto della donna dopo aver cedute le sue amate rovine di un sogno mai realizzato. Laura Dern non potrà salvare il suo cliente infortunato dalla truffa dell’azienda (l’uomo aveva già accettato un piccolo risarcimento) e lo seguirà nel patetico tentativo di sequestro di un agente - auto della polizia schierate, fucile spianati in attesa della resa - e poi in carcere, davanti a un bicchierone di carta ribollente di qualcosa con cannuccia, dono dell’avvocato, massimo segno di scusa e comprensione. Epilogo. Ma anche il prologo con Laura nel letto del marito di Michelle Williams era già una via senza gioia, opaco muoversi tra lenzuola e maglioni.

Oltre al tradimento, un altro punto di contatto tra le storie: l’avvocato e la studentessa di legge si incrociano idealmente nel Law Office. Fuori quadro rimane la ranchera che, per rivedere l’insegnante, guida dal centro sperduto a Livingston, dove si svolge l’azione, quei 400 km avanti e indietro stressanti per i quali Kristen ha disertato la scuola. L’incontro di Jamie nel mattino di sole riflesso, dopo una notte passata nel suo pick-up, è folgorante. La domanda negli occhi della nativa rivolta alla ragazza venuta nel Montana rimane sospesa. L’aveva cercata tra uffici e diner, attesa invano tra spianate di cemento ed empori solitari, le montagne sullo sfondo. Ma lei scambierà solo uno sguardo vuoto. Jamie addormentata al volante in un campo deserto, fuori-strada, di ritorno nella riserva, è un po’ come le formiche verdi sognanti di Werner Herzog e un po’ come la Emily prese il fucile di Meek’s Cutoff.

 

Toro seduto, vincitore di Little Big Horn, sta bevendo una Coca Cola in un bar travestito da teenager mascherato per i turisti.

 

 

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